Oggi, in occasione della festa della donna, vogliamo rendere omaggio alla figura di Sabina Spielrein, psicanalista russa, una delle prime donne a esercitare questa professione, il cui contributo ha influenzato il pensiero di due grandi personalità quali Sigmund Freud, padre della psicoanalisi e Carl Gustav Jung, considerato da Freud stesso come suo degno successore.
Alla fine del 1977 Aldo Carotenuto, analista junghiano, venne casualmente in possesso di una serie di carte, contenenti più di una ventina di lettere della corrispondenza tra la Spielrein Jung e Freud nel periodo dal 1909 al 1912. In seguito allo studio di queste lettere, nel 1980, Carotenuto pubblicò un libro dal titolo: “Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud – La storia non detta di una donna che cambiò la psicoanalisi delle origini”, evidenziando l’influenza del pensiero della Spielrein sulle concettualizzazioni dei due autori.
Di Sabina Spielrein si è discusso largamente, soprattutto in chiave romanzesca, per le vicende legate alla storia sentimentale intrapresa con lo stesso Jung. Poco però si è detto sulla sua importanza come psicanalista donna, ma soprattutto poco merito è stato attribuito alle sue teorizzazioni e all’influenza che hanno avuto sullo sviluppo del pensiero freudiano e junghiano.
“Non credi che ci sia qualcosa di maschile in ogni donna e qualcosa di femminile in ogni uomo o che così dovrebbe essere?” (A dangerous method, 2011)
«Morire significa nel sogno la stessa cosa che vivere, e proprio la grande gioia di vivere si esprime spesso in un desiderio di morte» (Spielrein S., op cit., p. 90)
Sabina Spielrein nacque a Rostov sul Don (Russia) nel 1885, da una famiglia colta e benestante di origini ebraiche. La giovane Spielrein soffrì, fin dall’adolescenza di gravi disturbi, considerati da alcuni di tipo schizofrenico, da altri come una grave forma di isteria con tratti schizoidi. Nell’agosto del 1904, a 19 anni, Sabina fu ricoverata all’Ospedale Psichiatrico Burghölzli di Zurigo, allora diretto da Eugen Bleuler, ed affidata alle cure del giovane dottor Carl Gustav Jung (che vi lavorava dal 1900). Nel 1905 la Spierlrein fu dimessa, continuando a seguire una terapia ambulatoriale con Jung, e s’iscrisse alla facoltà di medicina dell’Università di Zurigo.
Nel 1911 si laureò in medicina, con una dissertazione di laurea dal titolo: “Il contenuto psicologico di un caso di schizofrenia (dementia praecox)”, nel quale espose il caso clinico di Martha N., una donna affetta da schizofrenia. La Spierlein si occupò di osservare il linguaggio sotteso e apparentemente insensato della patologia schizofrenica. Questo lavoro rappresenta uno dei primi tentativi atti a favorire la lettura della demenza precoce in chiave psicoanalitica, e di uno dei primi lavori in cui fu utilizzato il termine di schizofrenia. Il lavoro con Martha indusse la Spielrein a interrogarsi sulla relazione tra medico e paziente, affrontando e introducendo, seppur in maniera superficiale, l’argomento del transfert e del controtransfert. La Spielrein nell’opera espose il metodo da lei definito “metodo di osservazione filogenetico”, con il quale colse il parallelismo presente tra l’attività mentale tipica degli schizofrenici e il processo psicologico dei sogni e il pensiero mitologico.
Terminati gli studi universitari a Zurigo, la Spielrein si trasferì a Vienna, dove divenne membro della Società Psicoanalitica Viennese, entrando a far parte dei collaboratori freudiani e partecipando alle “Riunioni del mercoledi”.
Nel 1912 pubblicò l’articolo dal titolo: “La distruzione come causa della nascita”, opera nella quale la Spielrein illustrò la presenza, all’interno di ciascun individuo, di forze distruttive e costruttive, istanze entrambe racchiuse nella stessa sessualità. La distruttività e la morte sono quindi intese come elementi del divenire, del continuo nascere e trasformarsi. Le teorizzazioni della Spielrein sulla distruttività e sulla morte, inizialmente non furono prese in considerazione da Freud, sebbene quest’ultimo, pochi anni più tardi incorporò nel suo sistema il concetto d’istinto di morte. Nella sua opera “Al di là del principio del piacere” (1920), lo stesso Freud riconoscerà seppur in una nota a margine, che «una parte notevole di queste speculazioni è stata anticipata da Sabina Spielrein, , in un lavoro ricco di contenuto e di idee che purtroppo non mi è del tutto chiaro. Ella definisce l’elemento sadico della pulsione sessuale come “distruttivo”»
Nello stesso periodo dell’articolo “la distruzione come causa della nascita” della Spielrein, Jung stava lavorando alla sua opera: “Trasformazioni e simboli della libido (1911-1912)”. Concetti cardine della teoria analitica junghiani, quali Anima, Ombra, Persona, transfert e controtransfert passionale, sembrano essere stati concettualizzati da Jung in seguito alla relazione con la Spielrein. In una nota aggiunta del libro nel 1952 Jung puntualizzerò che la Spielrein ha elaborato l’idea di istinto di morte prendendo le mosse dal concetto di “Madre terrificante”, da lui studiato.
Scrive Carotenuto “l’amore di Spielrein per Jung in ultimo ha reso conscio qualcosa che prima egli presentiva solo in modo confuso, cioè una potenza che determina il destino dall’inconscio; questo più tardi lo condusse a delle cose importantissime”(in “Diario di una segreta simmetria” di Carotenuto, A. p. 72).
Nel 1923 la Spielrein tornò in Unione Sovietica con la figlia Renata. A Mosca fondò insieme a Vera Schmidt, psicanalista e pedagogista russa, un asilo infantile d’avanguardia, l’ “Asilo bianco” nome che deriva dal bianco del colore delle pareti e del mobili. L’asilo fu pensato come punto di osservazione dei bambini, e per congiungere conoscenze psicoanalitiche con pratiche educative. Nel 1941 la Spielrein tornò a Rostov e, nell’agosto 1942 fu giustiziata insieme alle figlie a causa del massacro di ebrei e prigionieri di guerra sovietici perpetrato dai nazisti.
Con questa breve trattazione abbiamo voluto rendere omaggio a tutte le donne attraverso la figura, a lungo dimenticata, di Sabina Spielrein, non solo come donna ma soprattutto come professionista e pioniera della psicoanalisi.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
- BETTELHEIM B. (1983). Scandalo in famiglia. The New York Review of Books, vol. XXX, n. 11, 30
- CAROTENUTO A. (1980). Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud, Roma, Astrolabio.
- CAROTENUTO A. (a cura di) (1982). Professione analista, Rivista di psicologia analitica, n. 25/ 82, pp. 196- 213.
- CORSA R. (2010). Il contributo di Sabina Spielrein alla comprensione della schizofrenia - Notazioni storiche sull’istinto di morte. Rivista di Psicoanalisi, 1, 73-94.
- CREMERIUS J. (1987) Sabina Spielrein, una vittima precoce della politica della professione psicoanalitica. Per una preistoria del movimento psicoanalitico. Materiali per il piacere della psicoanalisi.
- FREUD S. (1920). Al di là del principio del piacere. O.S.F., 9.
- JUNG C.G. (1912). La libido: simboli e trasformazioni. In: Opere. Vol. V, Torino, Bollati Boringhieri, 1992.
- Lettere di Sigmund Freud a Sabina Spielrein 1909-1923.
- SPIELREIN S., Comprensione della schizofrenia, Liguori Editore, Napoli 1986.
- SPIELREIN S., Il contenuto psicologico di un caso di schizofrenia, Liguori Editore, Napoli 1986.
- SPIELREIN S., La distruzione come causa della nascita, Liguori Editore, Napoli 1986.
- SPIELREIN S., Il tempo nella vita psichica subliminale, Liguori Editore, Napoli 1986.
- Film “A Dangerous Method” (2011) di David Cronenberg.
- Film “ Prendimi l’anima” (2002) di Roberto Faena.