Non giudicare il libro dalla copertina (o dal numero di pagine, o dall'editore, o dall'autore)
Titolo del libro: L’educazione (Originale: “Educated”)
Autrice: Tara Westover, 27/11/1986
Anno di pubblicazione: 2018
Editore: Feltrinelli (Originale: Random House Inc)
Pagine: 380
Commento a cura di: Alberto Milesi
Cosa leggiamo?
“A Tyler” è la dedica attraverso cui l’autrice ci fa conoscere il primo personaggio della sua storia. Ma chi è Tyler? Per saperlo, partiamo dall’inizio; e quando dico dall’inizio, intendo davvero dall’inizio.
“Il ricordo più vivo che ho non è un ricordo. È qualcosa che immaginavo e che poi ho iniziato a ricordare come se fosse successo”: così inizia l’Educazione, un memoir che l’autrice americana Tara Westover scrive all’età di circa 30 anni.
Siamo a Clifton, Idaho, ai piedi del Buck Peak, una cima delle Montagne Rocciose, ed è su questo aspro sfondo montanaro che si staglia il racconto della vita dell’autrice.
Tara nasce in questo paesino americano di 250 abitanti in una famiglia mormone, in cui sono presenti la madre Faye e il padre Gene (entrambi pseudonimi), i fratelli Tyler, Richard, Shawn, e la sorella Audrey.
Gene, aiutato dai figli, mantiene la famiglia sventrando vecchi rottami nella discarica accanto alla casa e rivendendone i pezzi, mentre Faye produce intrugli che vengono spacciati come medicinali. All’interno di questo contesto culturalmente povero Tara racconta la propria infanzia, durante la quale i pensieri persecutori del padre le proibiscono un’educazione alla scuola pubblica e la possibilità di cure mediche reali all’ospedale. Questa famiglia, a seguito di un episodio di cronaca nel vicinato in cui viene coinvolta la polizia federale, inizia a vivere una vita di sospetto e paura, con la costante idea di non potersi fidare degli altri e di doversi preparare a un’imminente Apocalisse (quando il resto del mondo al contrario, si stava preparando al Millenium Bug). Sono presenti infatti molti racconti in cui l’autrice scende in una profonda analisi del padre, attraverso i suoi aspetti più paranoici, più bui e più folli, in cui quest’ultimo provvede quotidianamente a ricordare l’incombente fine del mondo. Tra un infortunio quasi mortale e l’assistenza ai parti della madre, Tara inizia a conoscere attraverso i libri l’educazione, e la spinta verso la cultura le verrà offerta proprio dal fratello Tyler che decide di allontanarsi dalla famiglia per studiare. Da questo punto di svolta, pian piano la vita dell’autrice cambia e prende pieghe sempre più inaspettate, fino ad arrivare al massimo livello di istruzione in accademie molto ambite e difficilmente raggiungibili, al caro prezzo però di distaccarsi dalla propria famiglia per sempre.
Il racconto è narrato in prima persona dal punto di vista dell’autrice, e permette di entrare appieno nella sua percezione delle vicende. Tutto ciò è stato possibile anche grazie all’aiuto dei fratelli, con cui Tara si è confrontata per poter ricostruire il più fedelmente possibile gli episodi narrati. Sicuramente si tratta di una lettura impegnativa, ricca di momenti angoscianti, bui e faticosi, alleggeriti in parte dalla scrittura che risulta molto scorrevole. Nota di merito infatti per quest’ultima che sembra crescere al fianco di Tara, passando da un linguaggio più semplice e descrittivo nelle prime pagine, in cui vediamo raccontata l’infanzia dell’autrice, a un linguaggio sempre più complesso e più riflessivo man mano che si procede nel racconto, simbolo della crescita personale.
Colpisce molto la difficoltà nell’immaginare come siano possibili le realtà che l’autrice ci racconta, in cui in alcuni momenti è necessario fermarsi per ricordare che questa storia è ambientata tra gli anni ’90 e i 2000. Sicuramente la follia descritta del padre e la profonda cultura mormona che caratterizza la famiglia, rendono alcuni passi quasi incredibili agli occhi di un lettore estraneo a questo mondo. In conclusione è una lettura profonda, che tratta diversi temi, ma che cerca in primis di raccontare come questa donna sia riuscita attraverso l’Educazione a riemergere dal profondo baratro in cui è nata.
Tre parole che rimangono
Cultura: La protagonista del libro, che apparentemente sembrerebbe Tara stessa, è in realtà l’educazione, la cultura, il sapere. Non si parla però del mero studio nozionistico; qui si parla di come la conoscenza delle cose, la dedizione, la curiosità e l’indipendenza possano portare all’ampliamento dei propri orizzonti personali, dello sfondamento delle quattro mura dentro cui troppo spesso ci rinchiudiamo. L’autrice in questo viaggio all’interno della propria vita ci offre una grandissima immagine di ispirazione a cui più spesso dovremmo far riferimento.
Famiglia: L’autrice in questo libro eviscera ciò che più di profondo ha vissuto nel rapporto con la propria famiglia. Attraverso un’accurata analisi di ogni componente della famiglia, Tara mostra queste persone per quello che hanno rappresentato per lei con punti di forza e debolezze. Quello che viene mostrato è il tentativo estenuante di riuscire a redimersi nei confronti dei propri genitori, sentendo di aver tradito le proprie origini; quello che cambierà realmente la vita di Tara alla fine sarà proprio il definitivo distacco dal nido dei suoi genitori.
Puttana: Questa parola viene usata da Shawn nel vedere la sorella Tara indossare del rossetto, oggetto totalmente proibito dalla cultura mormone. L’autrice attraverso gli abusi fisici del fratello in diverse occasioni, introietterà questo appellativo che le viene applicato alla pelle come una marchiatura permanente. Questa dinamica prettamente maschilista che non concede alle donne il diritto di essere loro stesse è purtroppo una realtà ancora molto presente nella nostra società patriarcale di oggi, e l’autrice ci mostra in maniera estremamente cruda quali siano gli effetti che produce nella vita privata di una donna.
Non ci resta che...
Un meraviglioso libro autobiografico che ci permette di riflettere su quanto sia fondamentale nella vita la cultura e di come anche nelle circostanze più estreme rimaniamo i padroni delle nostre vite.
Questo articolo è stato reso possibile grazie al prezioso contributo della libreria “Le notti bianche” di Vigevano, che combatte ogni giorno per portare un po’ di cultura in questo mondo.