La comunicazione verbale in psicoanalisi costituisce il punto di arrivo di una complessa dinamica che si sviluppa tra aspetti consci e inconsci del processo comunicativo. Ascolto è una disposizione dell’analista (ricordiamo la metafora freudiana del telephone receiver, Freud, 1912,114 ) non solo per fare emergere il rimosso, per riparare il traumatico, per attivare la continuità del sé, ma è anche una dimensione che contribuisce a costruire il soggetto in tutto il percorso di interazioni con l’altro da sé.

Di fronte alla complessità della clinica contemporanea, attraversata da molteplici flussi di soggettività caratterizzate da equilibri fragili e instabili,  la psicoanalisi è chiamata a dare vita a nuove esplorazioni intorno ai postulati fondamentali dell’incontro psicoanalitico.
In questa prospettiva, le autrici ritengono particolarmente interessante e fruttuoso un ampliamento del paradigma dell’ascolto, che estenda la capacità di entrare in contatto con le dimensioni inconsce della vita psichica.

La diversa qualità dell’ascolto è rivolta a cogliere nello psichico tracce ed iscrizioni appartenenti a dimensioni sensoriali, cinetiche, sensomotorie, registrate in diverse epoche della vita,  esprimibili nella parola o al di là della parola. Lo psiche-soma per costruirsi e espandersi richiede incontri con oggetti sensoriali e percettivi che generano nuove creazioni e strutture. L’incontro con l’altro, in tutta la sua potenzialità espressiva psicocorporea, lascia emergere stati del sé in attesa di un ascoltatore disponibile ad accoglierli perché prendano forma e vita.