Non giudicare il libro dalla copertina (o dal numero di pagine, o dall'editore, o dall'autore)
Titolo del libro: La casa dei Gunner (Originale: “The Gunners”)
Autrice: Rebecca Kauffman
Anno di pubblicazione: 2020 (Originale 2018)
Editore: SUR (Originale: Counterpoint)
Pagine: 304
Commento a cura di: Alberto Milesi
Cosa leggiamo?
“per George” è la dedica con cui si apre il libro, ma al lettore, chi sia questo George, non è dato saperlo.
Prima di lasciare spazio al romanzo vero e proprio, l’autrice ci dà un assaggio di quello che sarà il cuore pulsante di tutta la trama attraverso una citazione tratta da Divisadero, un romanzo del 2007 di Michael Ondaatje, che recita: “Conviviamo con queste vestigia dell’infanzia che si assemblano e riecheggiano durante tutta la nostra vita, proprio come in un caleidoscopio i frammenti di vetro assumono nuove forme e sono simili a canzoni nei loro ritornelli e nei loro ritmi, dando vita a un unico monologo. Viviamo perennemente nel ricordo delle nostre storie, quali che siano le vicende che raccontiamo.”.
Voltando pagina ecco l’inizio del romanzo, diviso in capitoli semplicemente numerati, senza titolo.
“Quando aveva sei anni, Mikey Callahan scoprì una cosa su sé stesso.”: già dalla prima riga conosciamo uno dei personaggi di questo romanzo corale. Nonostante sia appunto corale, Mikey rimarrà il personaggio su cui maggiormente si poseranno i riflettori durante tutto il libro.
Il coro del libro infatti è costituito dal gruppo dei Gunner, tra cui troviamo Alice, Jimmy, Lynn, Mikey, Sam e Sally. Il nome del gruppo deriva dal cognome impresso sulla cassetta delle lettere della casa abbandonata in cui i protagonisti da bambini si ritrovano per tutta la loro infanzia.
In questa casa vengono vissute le avventure del gruppo dall’infanzia all’adolescenza, fino a quando un giorno Sally decide di abbandonarlo senza dare alcuna spiegazione. Da quel momento il gruppo di adolescenti si separa e ognuno prende la propria strada che porta quasi tutti lontani dal paesino natale; tutti tranne Mickey e Sally, che rimangono incastrati nel passato e nella vita abitudinaria. I componenti del gruppo però rimangono in contatto via mail, creando delle rappresentazioni fittizie e idilliache delle proprie vite, che però si scoprirà non essere realistiche.
Anni dopo però l’improvviso suicidio di Sally riunisce tutti i Gunner sulla casella del via del tabellone delle loro vite. Gli ormai adulti Gunner hanno intrapreso percorsi di vita differenti e portano sulle loro spalle, ognuno a proprio modo, il peso di momenti difficili di vita.
Dal momento del ritrovo riemergono memorie dell’infanzia trascora insieme, tra avventure, scherzi adolescenziali e rotture, e proprio attraverso il ricordo di questi riaffiorano anche segreti tenuti ben nascosti per anni. Concatenati gli uni agli altri vengono alla luce verità che sconvolgono la vita attuale dei Gunner, e che anche nel passato erano stato motivo di terremoti emotivi.
E proprio Mickey, che sembrerebbe il personaggio che meno di tutti viene coinvolto dai misteri svelati, viene travolto, dall’enorme verità che gli è stata tenuta nascosta per una vita e che gli stravolgerà l’esistenza fino alla fine dei giorni.
Attraverso una scrittura estremamente scorrevole, il lettore si ritrova davanti all’enorme vuoto che sembra riempire la vita di Mickey, un personaggio enigmatico, denso ed estremamente lineare nella sua caratterizzazione, che allo stesso momento sembra essere bidimensionale e dotato di mille sfaccettature.
Il romanzo porta quindi il lettore a riflettere quanto episodi del passato condizionino totalmente la vita presente e come questa possa essere repentinamente stravolta alla luce di verità scoperte dopo anni e anni di mistero.
Nonostante il lugubre motivo del ritrovo, il romanzo è colmo di vita, sentimenti e colpi di scena.
Tre parole che rimangono
Vuoto: è quello che caratterizza maggiormente Mickey il semi-protagonista del romanzo. Nel libro sembra esserci una totale consapevolezza e quasi benevolenza da parte del personaggio dell’enorme vuoto che lo riempie, come se dopo un’intera vita trascorsa con questa bolla al proprio interno, avesse ormai accettato di essere un puzzle senza l’ultimo tassello da incastrare. L’autrice con grande maestria crea questo personaggio complesso, profondo e allo stesso tempo piatto, vuoto ma pieno, che non può non far risuonare all’interno del lettore una nota di profonda empatia e benevolenza.
Amicizia: resta uno dei cardini di questo romanzo. I Gunner, che si sono sciolti durante l’adolescenza, si ritrovano per il funerale di Sally, e all’incontro riemerge un’amicizia mutata, più matura, che è figlia di anni di silenzi, ma anche di indelebili ricordi di avventure trascorse insieme. È attraverso il racconto del loro legame indissolubile attraverso il tempo che l’autrice ci regala un tenero e caldo quadretto di quanto possa essere preziosa l’amicizia.
Passato: molto spesso nelle nostre vite riemergono fatti avvenuti nel passato, e che in qualche modo implicito o esplicito influenzano il nostro presente. Questo è ben chiaro ai Gunner, che anni dopo sono ancora imprigionati nelle dinamiche esistenti tra di loro fin dall’infanzia, e che ancora oggi soffrono per gli eventi accaduti durante la loro adolescenza.
Non ci resta che...
una meravigliosa rappresentazione di quanto il nostro passato venga reiterato all’infinito nel nostro presente, e non cesserà fino a quando noi gli daremo il potere di farlo.
Questo articolo è stato reso possibile grazie al prezioso contributo della libreria “Le notti bianche” di Vigevano, che combatte ogni giorno per portare un po’ di cultura in questo mondo.