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Lunedì per leggere
Lunedì per leggere

LUNEDì PER LEGGERE

Non giudicare il libro dalla copertina (o dal numero di pagine, o dall'editore, o dall'autore)

Titolo del libro: Lanny

Autore: Max Porter

Anno di pubblicazione: 2021

EditoreSellerio

Pagine: 220

Recensione a cura di: Alberto Milesi

Cosa leggiamo?

“La pace, mio sconosciuto, è un albero
che cresce spontaneamente tra
i disagi, le fatiche e gli imprevisti
della crescita.
È verde e risolto
respira a fatica
eppure comunica pace, serenità
crescita, movimento.
Accompagna questa dolcezza verdeggiante
per tutta la Terra,
dove il cielo e il sole ne vezzeggiano i vizi
come farei io con i tuoi.”

Con Green Madrigal di Lynette Roberts si apre “Lanny” di Max Porter, il nostro consiglio di lettura per il mese di maggio. La peculiarità di questo libro ne rende difficile la descrizione, non permettendo a chi ne parla (in questo caso a me) di focalizzarsi su alcuni dettagli tralasciandone altri a causa del legame molto stretto che intercorre tra tutte le sue parti. Molte recensioni online di Lanny riportano proprio l’impossibilità di riassumerne l’esperienza di lettura, in quanto totalmente originale, fuori da ogni schema e imprevedibile.
Dal capitolo 1 il lettore comincia il cammino all’interno di un romanzo molto particolare, tanto quanto alcuni elementi editoriali che lo caratterizzano. La narrazione prende il via dalla prospettiva di Fanghiglio Frondoso, un’entità al limite dell’immaginazione di cui non vogliamo fare troppi spoiler, a causa della sua centralità all’interno del romanzo. I capitoli in cui il lettore vede la storia da dietro le orbite oculari di Fanghiglio Frondoso, risultano così fuori dagli schemi che le parole non rispettano nemmeno la linearità delle righe, scivolando per ogni direzione all’interno della pagina, costruendo disegni e impressioni a cui ogni lettore potrà attribuire un significato diverso e totalmente personale. Ma cosa si vede dagli occhi di Fanghiglio Frondoso?
Si vede il trascorrere delle vite di alcuni abitanti di un villaggio fuori Londra, una sorta di locus amoenus in cui si stagliano però figure grottesche e maligne. Nello specifico però gli occhi di Fanghiglio e della narrazione si posano su Lanny, un bambino speciale, assorto in un mondo a parte che ai più non è possibile né comprendere né percepire. Il giovane in chiave simbolica rappresenta il contatto tra l’uomo e la natura, in una relazione al limite del magico e dello spirituale che permette una visione delle cose totalmente fuori dal comune. Attorno a Lanny si avvicinano (ma mai abbastanza) tre personaggi che ci accompagnano per tutto il romanzo: la madre di Lanny, il padre di Lanny e Pete (soprannominato il Pazzo), un’artista eccentrico ormai alla fine della carriera. Le voci di questi tre personaggi si alternano con ritmi sempre più incalzanti, rendendo la narrazione un mosaico dei loro pensieri. La madre, scrittrice di thriller al limite del pensabile, decide di chiedere a Pete di impartire lezioni di arte a Lanny, nel tentativo di dare sfogo alla parte creativa del bambino, che sembra essere già di per sé oltre ogni immaginazione. Le lezioni tra i due danno luogo a un incontro di menti fuori dal comune che permettono di raggiungere spazi poco esplorati dai più. Il padre di Lanny inizialmente non è molto d’accordo nell’affidare il proprio figlio a Pete IL PAZZO, ma vista la sua poca partecipazione alla vita familiare a causa del lavoro a Londra, decide di lasciar correre. A un tratto però Lanny scompare e tutta la città, polizia compresa, si rivolta contro l’unica persona totalmente sospettabile: Pete. Nonostante questa sfumatura di giallo che assume il libro a questo punto della narrazione, l’autore ci strabilia rimanendo ancorato all’atmosfera surreale e grottesca che ha caratterizzato il romanzo fino quel momento. La storia procede con un susseguirsi di scene a dir poco inquietanti che non permettono di comprendere se avvengano nella realtà o siano frutto dell’immaginazione di qualcuno dei personaggi.
La scrittura scorre fluida con un linguaggio che, seppure appaia semplice, in realtà non lascia spazio alla casualità nella scelta dei singoli termini. Il romanzo che con le sue 200 pagine sembra un libretto veloce, racchiude in sé una profondità che tiene il lettore impegnato anche nei momenti in cui non lo sta leggendo. Riportato anche sulla fascetta azzurra promozionale, Dave Eggers lapidario afferma: “un libro bellissimo, ipnotico e inquietante”, e noi non possiamo che trovarci totalmente d’accordo.

Tre parole che rimangono

Natura: Il suo ruolo è centrale all’interno del romanzo. Fanghiglio Frondoso ne è pervaso e al tempo stesso la pervade, muovendosi tra le pagine dei suoi capitoli come in una danza. Lanny sembra essere il punto di contatto tra la natura e l’uomo, in questo rapporto di totale fusione che gli permette di vivere esperienze al limite della realtà.

Grottesco: Se leggerete questo libro, inizialmente non capirete a cosa ci stiamo riferendo. Nelle prime pagine del libro la narrazione assume toni quasi fiabeschi tra i capitoli di Fanghiglio Frondoso e quelli in cui Lanny vive nel suo mondo fatato. Molto presto però la storia si incupisce, entrano a gamba tesa angosce, desideri nascosti, segreti e paesaggi oscuri che culminano nelle ultime pagine del libro in un climax di tensione.

Arte: Nelle pagine del romanzo si legge anche l’importanza dell’arte come metodo di espressione di un’identità. Questa può essere osservata con genuina curiosità, come nel caso di Lanny, o totalmente ignorata e denigrata, come nel caso del padre del bambino, o vissuta profondamente quasi al limite dello strazio, come nel caso di Pete il Pazzo. L’arte in questo romanzo permette di conoscersi, di smarrirsi e anche di ritrovarsi. 

Non ci resta che...

un’esperienza al limite del surreale, nei meandri grotteschi di una città di campagna post-ecologista in cui i mostri si nascondono dentro a ogni personaggio.