Non giudicare il libro dalla copertina (o dal numero di pagine, o dall'editore, o dall'autore)
Titolo del libro: Sul lato selvaggio
Autrice: Tiffany McDaniel
Anno di pubblicazione: 2020
Editore: Atlantide
Pagine: 384
Recensione a cura di: Alberto Milesi
Cosa leggiamo?
“Questo libro è dedicato alle Sei di Chillicothe:
Charlotte Trego
Wanda Lemons
Timberly Claytor
Shasta Himelrick
Tameka Lynch
Tiffany Sayre
Non siete state dimenticate.
Che possa esservi resa giustizia.”
Questa la lapidaria dedica iniziale con cui l’autrice vuole onorare la vita prematuramente terminata di alcune delle donne scomparse nella primavera del 2014 a Chillicothe, Ohio. I fatti narrati dalle pagine di cronaca nera, riportano le sparizioni di diverse donne, principalmente prostitute e tossicodipendenti, a cui la giustizia non sembra aver offerto il proprio interesse per questioni sociali fortemente radicate nella società occidentale. Tiffany McDaniel sceglie quindi di onorare questi fiori recisi con violenza attraverso una fantasia di ciò che potrebbe essere stato nascosto dietro a questi crudeli fatti. L’autrice narra una storia di angoscia, di fame di amore, di dolore e di tutti i modi verso cui la mente si spinge quando quest’ultimo ha le sembianze di un mostruoso ragno gigante.
“La nostra prima colpa è stata credere che non saremmo mai morte. La seconda, credere che fossimo vive. Quando una donna scompare, come la si ricorda? Per il suo bel sorriso? Per la sua bella faccia? Per la droga che le scorre in corpo? O per i tanti clienti, tutti quei John con l’alito da tossici e desideri privi di grazia?” è l’incipit di “Sul lato selvaggio”, un romanzo che accompagna il lettore per mano nei gironi dell’inferno dell’anima in cui dimorano i demoni più famelici.
Il titolo si rifà alla modalità con cui Nonna Keith identifica il caos degli avvenimenti brutti, in cui sembra non esserci ordine e tutto è confuso; a questo si contrappone il lato bello, il lato in cui la storia finisce bene e nessuno soffre, quella in cui i fili sono ben distesi e non aggrovigliati. È proprio attraverso il lavoro a maglia che Nonna Keith spiega l’esistenza di queste due facce della medaglia che compongono la vita alle proprie nipoti: quando si cuce una coperta si possono vedere il lato bello, quello ordinato che si può apprezzare, e il lato selvaggio, la parte in cui vengono spinti tutti i fili in maniera disordinata che non deve essere mostrato. Con questo trucco la nonna insegna alle proprie nipoti a rileggere la realtà delle cose, soprattutto la realtà che caratterizza l’infanzia e la vita delle due protagoniste: Daffy (soprannominata poetessa Daffodil) e Arc. Le due ragazze trascorrono un’infanzia al limite con la madre Adelyn e la zia Jo, entrambe figlie di Nonna Keith ed entrambe tossicodipendenti, poiché il padre muore di overdose durante la loro infanzia. Proprio il padre, veterano di guerra, è il primo a sviluppare una dipendenza dall’eroina e permette a questo gigantesco mostro di invadere la propria casa, conducendo anche la moglie e la cognata su questa strada. Nonna Keith cerca di salvare Daffy e Arc da questo velenoso destino, ma la sua scomparsa le lascia senza protezione dal percorso che hanno preparato i genitori per loro. L’infanzia colma di eventi traumatici e di assente accudimento da parte delle figure genitoriali crea un’immensa bolla di dolore nelle due ragazze, il cui vuoto tentano di riempire nell’unico modo che conoscono e che sia mai stato insegnato loro: con la droga. La dipendenza però non permette loro di mantenere l’impegno scolastico, così abbandonano il percorso di istruzione prematuramente e, nonostante le mille promesse nei confronti di loro stesse, finiscono a lavorare come prostitute. Anche questo metodo è stato insegnato loro dalla madre e dalla zia, che durante la tenera età delle protagoniste svolgono questo lavoro in casa, mettendole a contatto fin da subito con un mondo dal quale avrebbero dovuto essere tutelate e che invece ha finito per essere l’unico da loro conosciuto.
Se all’inizio del romanzo le meravigliose fantasie di Arc cullano il lettore grazie alla tenerezza dell’infanzia, col procedere della storia la sua mente sotto effetto o della sostanza o dell’astinenza produce terribili incubi a occhi aperti che la fanno vivere solamente sul lato selvaggio.
Arc e Daffy lottano sulle montagne russe della tossicodipendenza ogni giorno della loro vita ma le terribili esperienze che hanno vissuto non sono comunque il peggio a cui la loro vita le abbia messe davanti.
Il climax sempre crescente di angoscia e dolore che narra questo libro si conclude con la morte di Arc, in circostanze sorprendenti, che è allo stesso tempo l’apertura e la chiusura del romanzo.
Tre parole che rimangono
Vuoto: Ci riferiamo al vuoto che sembra riempire ogni cellula del corpo di Arc, la protagonista. Fin da piccola è abituata a non avere un padre, e per quanto la madre sia biologicamente viva, non riesce a darle ciò di cui una bambina avrebbe bisogno: cibo, amore e accudimento. L’unica preoccupazione della madre è di riempire il proprio vuoto con gli uomini e con la sostanza. Questa però non sembra essere mai sufficiente, e anzi non lo è e non lo sarà mai. Tutto questo Arc lo ripete momento per momento nella sua dolorosa e vuota esistenza.
Fantasia: Il lato selvaggio lo si può dominare solo con la fantasia grazie alla quale si può leggere il lato bello della vita; questo è l’insegnamento fondamentale per la lettura del romanzo che nonna Keith tramanda alle due nipoti. Quello che nonna Keith non sa purtroppo è che una delle nipoti si ritirerà completamente all’interno della propria fantasia che inquinata dall’eroina la trasformerà in un incubo ad occhi aperti.
Potere: Centrali nel romanzo sono le relazioni di potere, tra i diversi personaggi e che si esprimono in dinamiche differenti. La prima ad avere avuto il potere è un’antenata delle protagoniste, che viene additata come strega e conseguentemente bruciata; per nonna Keith l’unico potere della donna era quello di non voler nessun uomo come padrone. Anche altri personaggi, come lo sceriffo e il presidente abuseranno del loro potere per poter schiacciare come scarafaggi le due giovani ragazze. Il potere maggiore sembra però averlo la sostanza che attraverso lo stordimento dei sensi controlla tutti.
Non ci resta che...
Un romanzo infernale che, riprendendo reali accadimenti del nostro mondo, racconta il dolore nella sua essenza più pura, più straziante, che quasi non permette di respirare.
Questo articolo è stato reso possibile grazie al prezioso contributo della libreria “Le notti bianche” di Vigevano, che combatte ogni giorno per portare un po’ di cultura in questo mondo.