Non giudicare il libro dalla copertina (o dal numero di pagine, o dall'editore, o dall'autore)
Titolo del libro: WILL YOU MARRY ME? Artist’s book
Autore: Sara Leghissa in collaborazione con Marzia Dalfini
Anno di pubblicazione: 2021
Editore: NERO Editions
Pagine: 56
Cosa leggiamo?
Il gesto illegale ha un potere simbolico e materiale perché rende evidente il potere.
Va contro la rigidità e la fissità del potere, per cui le cose sembrano essere così da sempre.
Maddalena Fragnito
Come fare dialogare un’azione illegale, con un contenuto che coincide con una pratica che legale non è?
I contenuti del testo sono stati raccolti dall’artista durante incontri conversazioni e pratiche avvenute a Prato, Milano, Ramallah, Marsiglia, Madrid, Nyon e Losanna. Le parole raccolte vengono processate e tramutate in manifesti. Ognuno di essi porta un pezzo di significato necessario e sufficiente a sé stesso, ma anche aperto e in dialogo con ciò che viene attaccato dopo, e nel farlo crea una narrazione che forse è più una conversazione.
Un dialogo tra l’artista e il suo pubblico, quello consapevole che fa spazio nel suo tempo e partecipa ad un’azione artistica, e quello inconsapevole dei passanti che rimangono spesso incuriositi dal febbrile lavorare di un attacchinatrice febbrile. E anche il dialogo tra l’inconscio del singolo da quello collettivo.
Nel ripensare allo spazio urbano come luogo di trasformazione, anche concreta, l’atto di appiccicare cartelloni è di per sé un atto semplice e legale che a molti sfugge. Più semplice notare cartelloni sbrindellati o appena cambiati, piuttosto che gli addetti a farlo o gli schermi robotizzati che modificano i messaggi pubblicitari in modo automatico.
L’artifizio artistico è quello dell’uso di una divisa – una qualsiasi – come una maschera. La divisa protegge l’agire artistico dall’eventuale interruzione che riporterebbe ordine all’azione senza permesso comunale e di per sé illegale. La divisa rende innocuo il gesto e noncuranti gli addetti a controllare l’ordine urbano, ricavando in luoghi diversi, di fronte a spettatori diversi, in orari diversi, l’azione coscienziosa di chi ricostruisce una conversazione trasversale che parla di questo periodo storico: delle lotte civili della nostra identità individuale, collettiva, sessuale, del nostro stare nel mondo consapevole a tratti.
La relazione tra legalità ed illegalità della performance rimane ambigua portando nello spazio esterno le convenzioni di quello interno e teatrale coinvolgendo tanto il pubblico consapevole quanto quello inconsapevole di chi si trova semplicemente ad interpretare il ruolo di passante. L’esplorazione dell’uso mimetico della legge, ovvero quella pratica diuso della legge per violare la legge laddove c’è una violazione dei diritti umani. Da qui il titolo del libro che fa riferimento alla pratica diffusa di contrarre matrimonio per acquisire la cittadinanza di un altro paese o, negli stati in cui lo vietano, alla pratica di organizzare viaggi internazionali per praticare l’aborto.
Il lavoro risulta influenzato ed ispirato anche dall’opera dei writers “la cui pratica ed azione hanno sempre informato la mia, dal punto di vista dell’accessibilità e dell’ecologia di risorse che utilizza. La sua potenza, che avviene attraverso la diffusione di un messaggio nello spazio pubblico, è proprio quella di essere così esposta così effimera. La scelta dello spazio la rapidità in cui si manifesta e si diffonde nel tempo, la lotta e il dialogo con la precarietà e imprevedibilità della strada, sono tutte forme di rinegoziazione di quel codice.”
Tre parole che rimangono
Giustizia: La virtù rappresentata dalla volontà di riconoscere e rispettare il diritto di ognuno mediante l’attribuzione di quanto gli è dovuto secondo la ragione e la legge; ma anche: il potere pubblico di realizzare il diritto con provvedimenti aventi forza esecutiva. Definizioni contrapposte ma parti della stessa medaglia.
Legalità: Conformità alle prescrizioni della legge. “Hai mai provato a fare qualcosa d’illegale perché era giusto per te?” Sì, ognuno di noi.
Attacchinaggio: è il compito di attaccare manifesti nell’ambito dell’attivismo politico o sindacale, ma come si distingue l’attività consentita di attaccare manifesti dall’attacchinaggio? Le divise, le etichette, le maschere ci permettono di muoverci indisturbati nella società commettendo azioni più o meno legali a confronto con la nostra propria morale.
Non ci resta che...
Sfogliare il libro che nella sua edizione lo rende simile ad un giornale di quelli che fatichiamo a maneggiare perché abituati al digitale.
Concentrarsi sulla relazione tra illegalità e spazio pubblico, la conferenza invita a relazionarsi in limine tra legale e non legale.
Esplorare come poter agire la disobbedienza sotto gli occhi di tuttə, per suggerire possibili forme di complicità e resistenza.